23.8.12

Juwi & Tesla


Matthias Willenbacher ed Elon Musk, forse tra di loro non si sono mai incontrati , ma nel mio cervello ci sono delle sinapsi che li collegano per il loro successo in tempo di crisi, il loro carattere schivo, la loro positivitá.

Sabato scorso la Juwi, un´azienda di successo con oltre 2000 dipendenti che opera nel campo delle rinnovabili, con sede nei pressi di Magonza, ha tenuto una giornata di porte aperte, ci sono andato, c´ero giá stato 2 anni fá, ed ho avuto nuovamente l´impressione di venir proiettato 20 anni nel futuro, ho visto, oltre al fondatore Matthias Willenbacher  cose interessantissime:

- Gli edifici che costituiscono la sede aziendale, in legno a 3 piani, costruite con il principio casa-passiva, che producono piú energia di quella che consumano.
- Condizioni di lavoro da sogno, infatti anche quest´anno Juwi ha vinto per il terzo anno consecutivo il premio come „Great Place to Work“.
- il parco macchine aziendale, parcheggiato ovviamente sotto a pensiline fotovoltaiche,  in gran parte formato da auto elettriche.

Ed é qui, nel parcheggio, che facendo una chiaccherata con gli autisti delle varie Opel Ampera, Toyota Prius, Mercedes E-Cell, che ho voluto chiedere secondo la loro esperienza quale fosse la miglior auto elettrica, e tutti senza esitare mi hanno detto Tesla, é lei che definisce lo standard del mercato.

Beh un po´ mi ha sorpreso sentire dei tedeschi, che mettono da parte l´orgoglio motor-nazionale e stravedono per un´auto americana.

Tesla é famosa, ma sinceramente non le davo molti anni di vita, mi immaginavo venisse divorata dalle multinazionali dell´industria automobilistica, forti dei loro know-how, rete vendita e legami politici.

Ed invece, googhellando sul suo fondatore, Elon Musk, mi pare stia accadendo un po´quello che é successo con l´Iphone quando ha sbaragliato le varie Nokia, Sony e Motorola, é l´outsider che rivoluziona il mercato.

19.8.12

Bagno al fiume



Stasera, verso il tramonto, una coppia di amici é passata a prendermi in bicicletta per  fare il bagno nella Mosella, che come il Reno dista da dove abito poco piú di un chilometro, il Reno peró con le sue correnti é troppo pericoloso per nuotarci.

E`stata una bella esperienza, mi sembrava una cosa d´altri tempi, quando ancora non c´erano le piscine.

L´acqua era abbastanza pulita, almeno cosí sembrava, e la temperatura era ideale, un paio di gradi in piu´del nostro Adriatico, la cosa che mi é piaciuta di piú era il traffico dei mercantili e delle chiatte di carbone, che ti passano a 20-30 metri, se hai le orecchie immerse sott´acqua, senti chiaramente le loro eliche, ed hai l´impressione che ti piombano alle spalle,.

Al termine annesso picnic sulla riva.


17.8.12

Germania cerca operai stranieri «Niente movida resto in Spagna»

Di Marina Mastroluca:

Una crescita dello 0,3 per cento nel secondo trimestre dell’anno. Gli economisti tedeschi temono che possa essere l’ultima buona notizia, la frenata è nell’aria, il Pil potrebbe cominciare a declinare anche a Berlino, a fine settembre si tireranno le somme.

Ma per il momento, l’industria tedesca sembra avere tutt’altro problema: trovare lavoratori specializzati per stare dietro alla produzione. E visto che in casa non ce n’è più, imprenditori e associazioni tedesche hanno puntato sull’Europa meridionale, dove la crisi divora posti di lavoro e, soprattutto tra i giovani, le prospettive sono magre. Soggiorni sul posto, per conoscere fabbrica e dintorni. Lezioni a scuola, contatti con le università. La Confederazione tedesca dei lavoratori specializzati, Zhd, si è rivolta persino alla chiesa spagnola, sperando di riuscire a riempire i posti vuoti nella regione dell’Emsland e nelle altre località che trainano il successo tedesco. Finora la risposta è stata al di sotto delle aspettative.

A maggio c’è stato un aumento del 6.5 per cento dei lavoratori immigrati da Spagna, Portogallo, Grecia e Italia: in 28.000 hanno fatto la valigia per il nord che promette paghe certe e solidità. Ben di più sono arrivati dalla Polonia e dall’Europa dell’est, con un aumento del 36 per cento, 94.000 nuovi arrivati. A sentire lo Spiegel la Germania è un grande ufficio di collocamento, aperto all’Europa meridionale. Si cercano ingegneri e laureati, ma anche elettricisti, saldatori, muratori e badanti. Le imprese corteggiano i possibili nuovi immigrati, promettono formazione, corsi di lingue, futuro. Giornalisti portoghesi sono stati invitati a visitare le regioni «inesplorate» della Germania che produce. Si offre lavoro sui quotidiani greci, magnificando la gioia della tranquillità nelle città di provincia e nelle aree rurali.

Ma l’impatto per gli stranieri non è facile, a cominciare dalla lingua. La regione del Reno-Neckar, nella Germania sud-occidentale, ha assoldato immigrati di vecchia data - e di successo - per convincere i disoccupati di Barcellona a farsi avanti. L’obiettivo è importante, perché a conti fatti, senza l’iniezione di forze fresche di qui alla fine del 2013 solo in quest’area mancheranno 35.000 lavoratori specializzati. Il problema, stando alla ricerca dello Spiegel, sembrerebbe essere soprattutto culturale. Molti sono pronti a trasferirsi a Berlino, ma città come Villingen-Schwenningen non sembrano essere tra le mete preferite dei «Pigs» d’Europa.

Non è solo questione di notorietà. La Bda, la confederazione che unisce i datori di lavoro tedeschi, ha persino pubblicato un manuale di istruzioni per l’uso: come creare una «cultura accogliente». Le municipalità hanno studiato come integrare i nuovi arrivati. Ma ai quindici spagnoli arrivati da Madrid con un volo della Ryanair per visitare le imprese di Papenburg non sono sembrate allettanti le proposte per il tempo libero: giri in biciletta e gare di trattori. Javier Saintmartin, 26 anni, ha resistito per il tutto periodo di formazione a Düren, nel Nord Reno-Westfalia. Gli hanno offerto un lavoro da meccanico, ma alla fine ha salutato tutti e se n’è andato. «I compagni di lavoro sono tutti simpatici», ha scritto in un biglietto di addio. Peccato che cenino alle 6 del pomeriggio e che dopo le 8 di sera la strade siano deserte. Javier è tornato a Siviglia, ha trovato lavoro come spazzino. Ha preferito così. Che non sia una metafora di come la Germania vede l’inguaribile sud d’Europa?

Tedeschi, non cercate forse l'Italia?

Educati alla compostezza e alla riserva voi tedeschi, io lo so, cercate l'Italia.  
Mentre voi costretti nelle regole che vi fanno viaggiare come su binari non immaginate che la vita possa essere diversa. 
L'economia da ragione a voi. 
Il marco prima e ora i bond e l'euro. 
Avete questa e molte altre ragioni. 

Ma poi scappate in vacanza e andate ovunque e andate in Italia. 
Vi lasciate stupire dalle chiacchiere nella coda scomposta, qualche lamentela e la commessa che cerca un compromesso. 

Io la sera ascolto Minuetto di Mia Martini e ritorno l'indomani, accendo le macchine, le fiamme e canto nella mia testa l'abisso di un paese senza troppe regole o dove molte poche sono rispettate: l'Italia. 

Non rimpiango l'ingiustizia che so essere presente. 
L'inequità di molte parti sociali. 
L'arroganza e l'estrema insicurezza quotidiana. 

Ma so che voi cercate proprio l'italia quando dopo calcoli e calcoli vi rendete conto della bellezza di uno sbotto o di un litigio fuori dalle righe epperò sincero. 

Il dolore è quanto di più sincero abbia conosciuto. 

E venite in italia con le creme da sole e quelle per le mani. E cercate proprio di vedere quanto complicata e semplice è al contempo la vita nello stivale. 

Basta un pallone per giocare in una via ma poi non ci sono porte e passano le macchine. Non importa. 

Voi avete molta ragione, direi quasi troppa. 
Ma non esitate. 
Non amate trovarvi impreparati, non assicurati, senza prevenzione, senza la certezza di un paracadute. 

Ma poi venite a cercare la spontaneità quasi che sia una materia prima. 

E non sono forse una bestemmia ed un insulto spontanei? 
Non fischiamo forse qualche volte dietro le gonne corte di turiste ignare? 

Però dietro il fischio c'è un messaggio solo e chiaro. 

Dietro il volto composto no. 

Preferisco cantare quando sono felice con il rischio di sorprendermi ingenuo a piangere nell'infelicità. 
Piuttosto che negare uno e l'altro sentimento perché la locomotiva viaggi più veloce. 

E poi la Giustizia con la G maiuscola non esiste. 

Scoppia una centrale nucleare in Baviera e senza un preciso calcolo finisce tutto. 
Domani qualcuno inneggia contro la minoranza di italiani all'estero e sono un nemico. 

Non è sempre un'onta esprimere se stessi e magari dire delle idiozie. 

Ma davvero chi è politically corrett non pensa idiozie? 

Il riserbo e il pudore non sono talvolta un modo di coltivare l'orgoglio e con esso la competizione? 

Ma io non voglio solo competere. Preferisco canticchiare qualche ritornello e cerco anch'io come voi l'italia, la magnifica e generosa, incoerente bella Italia.


Tratto dal Blog di Italiansonline Savoiardo in Baviera
di danilele




Zane: Mi sá che ormai penso alla tedesca pure io.

16.8.12

Il mio rapporto odio/amore col Belpaese


Marche


Dalle vacanze fatte a Numana e Urbino