9.1.15

Giorno 30 - Santiago-Finisterre-Santiago con il bus.

Niente dura niente dura
e questo lo sai, però, 
non ti ci abitui mai.  (Vasco Rossi).  

Il cammino è duro, però è sempre meglio che andare a lavorare. 
E poi quà, almeno si sapeva in che direzione andare.  

Oggi rifarò per l' ultima volta lo zaino, dormirò per l'ultima volta nel sacco a pelo in camera con degli sconosciuti, farò per l' ultima volta la doccia con le ciabatte per non prendere le verruche ecc. ecc. 

Avendo percorso un tratto in bici sono arrivato a Santiago con un piccolo anticipo, questo mi é tornato molto utile per metabolizzare tutto ciò che mi è accaduto.  
Inoltre mi avanza tempo per potere fare una breve visita sull' Atlantico, a Finisterre, dove una volta (prima di scoprire l' America) si credeva finissero le terre.  

Finisterre, non è un granché, poi salgo  al faro, che ha un suo fascino più che altro simbolico.  

 Poi decido di isolarmi un po' tra le rocce, per conto mio dove non c'é nessuno.  

Ad un tratto sento un suono di cornamusa arrivare dall' Oceano, alchè penso: "ah che bello, finalmente sono diventato matto !"

Ed invece scopro, un po' più in giù, una ragazza rivolta verso il mare che suona tutta sola la cornamusa, é una pellegrina perchè ha pure lei uno zaino con appesa la conchiglia.  

Era questo il vero finale. 
Proprio un bel finale. 

Poi mi spiega in inglese che è partita tutta sola da Astorga, portandosi dietro lo strumento, ma voleva suonarlo solo al suo arrivo a Finisterre, ed io ne sono stato l' unico spettatore. 

Todo se comple !
(Tutto si completa)

Giorno 29- da Pedrouzo a Santiago - 19 km.


Il tempo non é un granché, nuvoloso, ma per essere in Galizia é già tanto che non piove.  
Vado lentissimo, cerco di ritardare il più possibile l'arrivo a Santiago, vorrei che non arrivasse mai, nel cervello si è scatenata una tempesta emotiva sconvolgente. 

L' arrivo vero e proprio preferisco non descriverlo, un po' per intimità è un po' per rispetto a coloro che lo faranno in futuro, non è giusto creare false aspettative, ognuno lo vive in modo diverso, chi con gioia, chi con tristezza, chi con delusione, chi con euforia.  

Mai come ora capisco quando si dice: "La strada stessa é la meta. "

Nell' Albergue ho in camera Jacques, un francese di 61 anni, partito 3 mesi fá dal centro della Francia (1500km),  Aveva 3 stent, poi a Settembre gliene hanno messi altri 2, e ad Ottobre è partito.
Ha fatto il cammino del Nord, quello che costeggia il mare, quello più duro, spesso non trovava nessun posto dove dormire, e così dormiva in tenda, anche lui ha avuto una tendinite che lo ha bloccato una decina di giorni.  
Ha scritto un diario, e quando torna a casa vuole pubblicare un libro.  

Davanti la cattedrale re-incontro diversi pellegrini: Tom il lettone, Adriano da Caorle, Guido e Paola da Torino, Alfredo e Giovanna.  

La notte la passiamo festeggiando in un vicolo pieno di locali, il primo Pub si chiamava "Paris", l' ultimo "Dakar". 
Li abbiamo fatti tutti. 
Abbiamo fatto la Paris-Dakar !!


Quando finisce il Cammino, comincia il Cammino.  

Giorno 28- da Arzua a Pedrouzo - 19 km.

Saluto il gruppo coreano che stà facendo colazione con una minestra di ravioloni giganti e parto.  


Dalla nebbia esce un angelo con gli occhi verdi, si chiama Aitana, è da Barcellona, mi offre delle M&M e poi torna a sparire tra la nebbia, ma forse è stata solo un' allucinazione.  

Guido e la moglie Paola mi raggiungono, è velocissimo, dopo una breve chiaccherata mi dice che deve proseguire altrimenti i coreani arrivano primi, li lascio andare, si vede che è un cavallo da competizione, e si vede anche che non ha ancora capito il vero spirito del cammino.  
Incontro un padre evangelista in bicicletta, ha una protesi artificiale al piede destro, se l' è procurata facendo il militare, mi racconta qualche aneddoto, faccio un' offerta e poi ognuno prosegue per la sua strada.  

Il tempo è bellissimo, quasi quasi fá caldo. 
A cena vedo nel ristorante una foto gigante di un manzo.  
Penso: questa starebbe bene in casa di Angel, il torero e, pensando di fargli uno scherzo gliela mando via whatsup.  

Lui prontamente mi risponde mandandomi 2 foto di casa sua .....


Penultimo giorno becco l'albergue con la doccia fredda, di solito soffro molto di più la doccia fredda, evidentemente la mia soglia di tolleranza in queste settimane si è spostata.  

Giorno 27- da Palas de Rei ad Arzua - 29 km.

Stamattina uscendo dall' albergue, per la prima volta, ho visto un mochilla-taxi che a pagamento puó portare lo zaino fino alla tappa successiva. 

Son già due giorni che vedo mojón (paracarro segnachilometri)  a 2 cifre ma ancora non riesco ad abituarmici. 

Questi ultimi chilometri sono tecnicamente facili, ma il calo di adrenalina stá colpendo un po' tutti, anche gli sherpa coreani.  

A Melide ci fermiamo a mangiare el pulpo galego in quella che forse è la più famosa pulperia di tutto il cammino

da Ezequiel. 
Riprendiamo a camminare ognuno per conto suo.  
Mentre cammino tutto solo, improvvisamente salta fuori un gruppo di 4 cani randagi, di taglia medio-grande.  

Finché è uno solo lo tengo a bada, giá 2 son cazzi, ma 4 !
Gli dico:"Vabbè ragazzi, buon appetito !"
Ma loro per fortuna mi sfiorano pacificamente. 
Mancava solo che mi augurassero "Buen camino". 

Sono un po' stupito di me stesso, fisicamente stó bene, non ho dolori, quasi non mi riconosco.  
Macino 15 km prima di fare una pausa. Impensabile fino ad un mese fá.  

Viandante non c'è un cammino,
Si fá il cammino camminando. 
(Antonio Machado) 

4.1.15

Giorno 26- da Portomarin a Palas de Rei - 25 km.


Ormai manca poco a Santiago, sono proprio contento, anche perché comincio ad essere stanchino, anche psicologicamente, nelle ultime giornate non ci sono grandi difficoltà, mi mancano gli ostacoli.  

Il Cammino é lo stesso da oltre mille anni, quello che cambia é la gente che lo percorre.  

Gli hospitaleros privati mi dicono che 30 anni fà, i pellegrini telefonavano per sapere se disponevano d' acqua calda. 
Dieci anni fà chiedevano se avevano la secadora (l' asciugatrice).
Ora chiamano per sapere se c'é il WI-FI.  

Io sono un utilizzatore sfegatato dello smartphone, però sarei favorevole ad un divieto del WI-FI lungo il Camino, con la conseguenza che questa parte del Blog non esisterebbe, ma non sarebbe stata una gran perdita. 

In fondo si fà il Cammino anche per "staccare", ma come puoi farlo se sei connesso. 

Poi succede che i pellegrini, invece di socializzare tra di loro, sono indaffarati a chattare online, postare su Feisbù, o aggiornare il Blog(vedi sopra).

2.1.15

Giorno 25- da Sarria a Portomarin - 22 km.

Oggi parto un po' tardi, alle 10, in fondo é capodanno, sul tragitto incontro una nuova coppia di pellegrini, sembrano pensionati, la loro lingua sembra francese o fiammingo, io me la cavo col tedesco, inglese e spagnolo, ma coi francesi non posso comunicare. 

La sera a Portomarin, vado a mangiare in un ristorantino e re-incontro la coppia di pensionati,  e scopro che non sono francesi, bensí torinesi, lui molto gentilmente mi invita al suo tavolo.  

Parlando del Cammino mi raccontano che hanno sentito di un tipo che non riusciva più a camminare e cosí di é comprato una bici, poi cadendo l'ha rotta, e si è fatto la discesa della Cruz de Hierro con un freno solo.
Evidentemente questo è un periodo dove non succede nient' altro d'interessante sul Cammino. 

Sono gente facoltosa ma alla mano, mi chiedono cosa faccio nella vita ed io pure.  
Lui si chiama Guido, mi dice a voce bassa che hanno una barca.  
Ah che bello, dico io, a vela ?
Lui si guarda in giro e mi dice: non una barca, una banca.

Io ho un attimo di silenzio. 

Lui vede che sono un po' disorientato e mi dice che ci sono anche le banche private, sono più piccole, ha 200 dipendenti.

Come hobby lui alleva pecore suffolk(sono come la pecora Shaun) e lei coltiva zafferano. 
Oggi si sono innamorati della Galizia, gli è piaciuta moltissimo, tutto questo verde, spazi incontaminati, in quel momento mi è venuto in mente l'hospitalero Alessandro che solo ieri sera mi aveva detto come l'odiava.  
Questione di punti di vista. 

Il Cammino é come la livella di Totò, rende tutti uguali.  

Giorno 24 - da Triacastela a Sarria - 18 km.

Giornata molto fredda ma soleggiata, verso le 11 incontro il coreano Je, seduto su una panca, che fà una pausa mangiando con le bacchette i nostri spaghetti di ieri sera dalla busta di plastica.
Mi riconosce, sorride, e mi fá: "Very good !"

Arrivo a Sarria relativamente presto, cerco di perdermi per la cittá per scoprire qualche angolo interessante  ma prontamente per
3 volte la gente mi rimanda sul percorso del Cammino.  
Passo per il monastero a farmi fare il timbro sulla credenziale.  
Da Sarria partono il maggior numero di pellegrini diretti a Santiago, da qui infatti mancano i 100 Km. richiesti per ottenere la Compostela.  

Alloggio all' Albergue privato Matias, il proprietario é da Bergamo, si chiama Alessandro, mi offre di partecipare al loro cenone di capodanno ed io accetto con piacere.  

Alla cena ero l' unico pellegrino, gli altri erano proprietari di altri albergue o loro dipendenti, cosí ancora una volta ho sentito un po' di aneddoti di hospitaleros, praticamente nel mio Cammino, con la scusa che a Dicembre non é molto frequentato, ho conosciuto più hospitaleros che pellegrini.  

Alessandro é la sua compagna Lara hanno preparato un' ottima cena, il piatto forte era uno spezzatino di cinghiale da urlo.  

Sono un po' stufi della Galizia, dicono che è una regione parassita.  

La vita dell'hospitalero, con le sue problematiche, ritmi stagionali, clienti e dipendenti, è praticamente identica a quella del gelatiere.  

A mezzanotte seguiamo la tradizione spagnola che vuole che si ingoi un chicco d' uva per ognuno dei 12 rintocchi della mezzanotte.  

All' una vado a dormire che domani mi aspetta un' altra tappa.  

Sigue la fecha de tu corazon.  

Giorno 23 -Da O Cebreiro a Triacastela - 21 km


Nella lunga discesa Del Cebreiro torno ad usare, dopo tanto tempo, i miei bastoncini che mi permettono una trazione 4X4.

Ormai le parti più ostiche del Cammino sono superate, mi sento sollevato.  


Nell' Albergue sono solo con un ragazzo coreano, si chiama Je, decidiamo di farci da mangiare.  
Andiamo al supermercato insieme e mi chiede se posso preparargli una pasta all'italiana, of course, gli faccio comprare tutto il necessario. 

Quando è ora di buttare la pasta, lui vuole usare tutto il pacco da 500 gr. 
Cerco di spiegargli che per 2 è troppo, ma lui insiste.  

Alla fine ne avanziamo un bel po', e lui la mette in un sacchetto di plastica trasparente.  


Camminante tu non hai un cammino, il tuo cammino lo fai andando. (Antonio Machado)