17.8.12

Germania cerca operai stranieri «Niente movida resto in Spagna»

Di Marina Mastroluca:

Una crescita dello 0,3 per cento nel secondo trimestre dell’anno. Gli economisti tedeschi temono che possa essere l’ultima buona notizia, la frenata è nell’aria, il Pil potrebbe cominciare a declinare anche a Berlino, a fine settembre si tireranno le somme.

Ma per il momento, l’industria tedesca sembra avere tutt’altro problema: trovare lavoratori specializzati per stare dietro alla produzione. E visto che in casa non ce n’è più, imprenditori e associazioni tedesche hanno puntato sull’Europa meridionale, dove la crisi divora posti di lavoro e, soprattutto tra i giovani, le prospettive sono magre. Soggiorni sul posto, per conoscere fabbrica e dintorni. Lezioni a scuola, contatti con le università. La Confederazione tedesca dei lavoratori specializzati, Zhd, si è rivolta persino alla chiesa spagnola, sperando di riuscire a riempire i posti vuoti nella regione dell’Emsland e nelle altre località che trainano il successo tedesco. Finora la risposta è stata al di sotto delle aspettative.

A maggio c’è stato un aumento del 6.5 per cento dei lavoratori immigrati da Spagna, Portogallo, Grecia e Italia: in 28.000 hanno fatto la valigia per il nord che promette paghe certe e solidità. Ben di più sono arrivati dalla Polonia e dall’Europa dell’est, con un aumento del 36 per cento, 94.000 nuovi arrivati. A sentire lo Spiegel la Germania è un grande ufficio di collocamento, aperto all’Europa meridionale. Si cercano ingegneri e laureati, ma anche elettricisti, saldatori, muratori e badanti. Le imprese corteggiano i possibili nuovi immigrati, promettono formazione, corsi di lingue, futuro. Giornalisti portoghesi sono stati invitati a visitare le regioni «inesplorate» della Germania che produce. Si offre lavoro sui quotidiani greci, magnificando la gioia della tranquillità nelle città di provincia e nelle aree rurali.

Ma l’impatto per gli stranieri non è facile, a cominciare dalla lingua. La regione del Reno-Neckar, nella Germania sud-occidentale, ha assoldato immigrati di vecchia data - e di successo - per convincere i disoccupati di Barcellona a farsi avanti. L’obiettivo è importante, perché a conti fatti, senza l’iniezione di forze fresche di qui alla fine del 2013 solo in quest’area mancheranno 35.000 lavoratori specializzati. Il problema, stando alla ricerca dello Spiegel, sembrerebbe essere soprattutto culturale. Molti sono pronti a trasferirsi a Berlino, ma città come Villingen-Schwenningen non sembrano essere tra le mete preferite dei «Pigs» d’Europa.

Non è solo questione di notorietà. La Bda, la confederazione che unisce i datori di lavoro tedeschi, ha persino pubblicato un manuale di istruzioni per l’uso: come creare una «cultura accogliente». Le municipalità hanno studiato come integrare i nuovi arrivati. Ma ai quindici spagnoli arrivati da Madrid con un volo della Ryanair per visitare le imprese di Papenburg non sono sembrate allettanti le proposte per il tempo libero: giri in biciletta e gare di trattori. Javier Saintmartin, 26 anni, ha resistito per il tutto periodo di formazione a Düren, nel Nord Reno-Westfalia. Gli hanno offerto un lavoro da meccanico, ma alla fine ha salutato tutti e se n’è andato. «I compagni di lavoro sono tutti simpatici», ha scritto in un biglietto di addio. Peccato che cenino alle 6 del pomeriggio e che dopo le 8 di sera la strade siano deserte. Javier è tornato a Siviglia, ha trovato lavoro come spazzino. Ha preferito così. Che non sia una metafora di come la Germania vede l’inguaribile sud d’Europa?

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