Giornata molto fredda ma soleggiata, verso le 11 incontro il coreano Je, seduto su una panca, che fà una pausa mangiando con le bacchette i nostri spaghetti di ieri sera dalla busta di plastica.
Mi riconosce, sorride, e mi fá: "Very good !"
Arrivo a Sarria relativamente presto, cerco di perdermi per la cittá per scoprire qualche angolo interessante ma prontamente per
3 volte la gente mi rimanda sul percorso del Cammino.
Da Sarria partono il maggior numero di pellegrini diretti a Santiago, da qui infatti mancano i 100 Km. richiesti per ottenere la Compostela.
Alloggio all' Albergue privato Matias, il proprietario é da Bergamo, si chiama Alessandro, mi offre di partecipare al loro cenone di capodanno ed io accetto con piacere.
Alla cena ero l' unico pellegrino, gli altri erano proprietari di altri albergue o loro dipendenti, cosí ancora una volta ho sentito un po' di aneddoti di hospitaleros, praticamente nel mio Cammino, con la scusa che a Dicembre non é molto frequentato, ho conosciuto più hospitaleros che pellegrini.
Alessandro é la sua compagna Lara hanno preparato un' ottima cena, il piatto forte era uno spezzatino di cinghiale da urlo.
Sono un po' stufi della Galizia, dicono che è una regione parassita.
La vita dell'hospitalero, con le sue problematiche, ritmi stagionali, clienti e dipendenti, è praticamente identica a quella del gelatiere.
A mezzanotte seguiamo la tradizione spagnola che vuole che si ingoi un chicco d' uva per ognuno dei 12 rintocchi della mezzanotte.
All' una vado a dormire che domani mi aspetta un' altra tappa.
Sigue la fecha de tu corazon.
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