Il tempo non é un granché, nuvoloso, ma per essere in Galizia é già tanto che non piove.
Vado lentissimo, cerco di ritardare il più possibile l'arrivo a Santiago, vorrei che non arrivasse mai, nel cervello si è scatenata una tempesta emotiva sconvolgente.
L' arrivo vero e proprio preferisco non descriverlo, un po' per intimità è un po' per rispetto a coloro che lo faranno in futuro, non è giusto creare false aspettative, ognuno lo vive in modo diverso, chi con gioia, chi con tristezza, chi con delusione, chi con euforia.
Mai come ora capisco quando si dice: "La strada stessa é la meta. "
Nell' Albergue ho in camera Jacques, un francese di 61 anni, partito 3 mesi fá dal centro della Francia (1500km), Aveva 3 stent, poi a Settembre gliene hanno messi altri 2, e ad Ottobre è partito.
Ha fatto il cammino del Nord, quello che costeggia il mare, quello più duro, spesso non trovava nessun posto dove dormire, e così dormiva in tenda, anche lui ha avuto una tendinite che lo ha bloccato una decina di giorni.
Ha scritto un diario, e quando torna a casa vuole pubblicare un libro.
Davanti la cattedrale re-incontro diversi pellegrini: Tom il lettone, Adriano da Caorle, Guido e Paola da Torino, Alfredo e Giovanna.
La notte la passiamo festeggiando in un vicolo pieno di locali, il primo Pub si chiamava "Paris", l' ultimo "Dakar".
Li abbiamo fatti tutti.
Abbiamo fatto la Paris-Dakar !!
Quando finisce il Cammino, comincia il Cammino.
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