29.12.14

Giorno 20 - da Rabanal del Camino a Ponferrada - 34 km (misto piedi/bici)

L' altopiano delle Mesetas è alle mie spalle, arrivava fino ad Astorga.  
Da qui a Santiago ci sono di nuovo montagne, in particolare nei prossimi giorni ci sono 2 vette con relative discese molto impegnative, la Cruz de Hierro (la croce di ferro 1500 mt), con poi una discesa di 18 km per scendere a 500 mt., ed O Cebreiro (1300 mt) dov'ė poi si scende a 700 mt.  

Il ginocchio si è sgonfiato, ma non riesco a piegarlo molto, quindi non posso pedalare.   

Però la tendinite in questi 4 giorni di bici è diminuita, e quindi potrei camminare nelle salite e sedermi in bici nelle discese. 

La bici ha la ruota anteriore sballata ed è quindi anche senza il relativo freno.  

Qui tutti mi sconsigliano di proseguire in bici con solo il freno posteriore perché mi aspetta una lunga discesa pericolosa. 

Mi dicono di tornare indietro ad Astorga (20 km) dove posso farla riparare, e poi proseguire.  

Accetto il consiglio ma senza convinzione, e mi metto in strada per tornare ad Astorga.  

Dopo 3-4 km un magone allo stomaco mi ferma, io devo andare avanti, non indietro.  
Mi viene in mente anche un post che avevo messo sul blog che diceva: 
Non tornare mai indietro, nemmeno per prendere la rincorsa.  

Così rigiro la bici verso Santiago, gli carico sopra lo zaino e comincio a camminare in salita verso la vetta (1500 mt).  

Per fissare lo zaino meglio alla bici lo lego ad una barra di ferro che raccolgo da una casa in rovina e lo incastro tra la sella.  
Mi fermo in un bar aperto, sul caminetto ci sono un sacco di foglietti con massime  e riflessioni sul cammino, ne scrivo uno pure io.  

La salita é tosta ma la caviglia sembra tenere, c'é freddo, nebbia e raffiche di vento contrario bestiali.  
Qui ti rendi conto che solo la natura comanda, qui nessuna carta di credito ti può aiutare. 

Dopo 2 ore di spingere senza pausa sono un po' stanco, cammino steso sopra lo zaino(TEN) che a sua volta é steso sulla bici, un SUV mi sorpassa, dal lunotto posteriore un bimbo di 6-7 anni mi fissa, alza le braccine e poi mi applaude, Animo !! ( un po' mi commuovo).  

Grazie al tifo poco dopo arrivo alla Cruz de Hierro, uno dei tanti simboli del Cammino, dove si lascia un sassolino portato da casa.  

Poco dopo mi raggiunge Martin in bicicletta, quasi mi spavento, mi si incolla per un' oretta, poi gli dico chiaro e tondo che preferisco continuare da solo e finalmente mi molla. 

Ora comincia la lunga discesa, é come scendere dai tornanti di Asiago, peró con una bici da 129€, con la ruota sballata e solo il freno posteriore(non a disco).  

Devo mantenere la concentrazione per non prendere troppa velocità, devo restare sotto i 10 km/h, zigzagando, frenando di fino e pause frequenti, sempre pronto a buttarmi in terra se i freni dovessero saltare. 

Ci metto 2 ore e mezza a fare la discesa, che è pur sempre la metà del tempo che avrei impiegato a farla a piedi.

All' Albergue di Ponferrada mi incontro con Alfredo e Giovanna ed un italiano che comincia il cammino da qui, Mario.

È stata la giornata più adrenalinica del Cammino.    

1 commento:

Unknown ha detto...

vai Nicola, grande: dopo O Cebreiro ci sei...! Mai indietro neanche per la rincorsa ..! Buon cammino